16.11.2017

Bergoglio apre ai diritti sul fine vita. Ma aspettiamo domani.

Bergoglio apre ai diritti sul fine vita. Ma aspettiamo domani.

Dalla nuova Carta degli Operatori Sanitari vaticani, alla rivista dei gesuiti. Ecco la strada verso l’apertura ai diritti nel fine vita (eutanasia esclusa!).

In occasione del 20 settembre, giornata di commemorazione della Breccia di Porta Pia e di rilancio delle battaglie laiche e anticlericali, quest’anno i Radicali hanno manifestato sotto lo striscione "Una tessera radicale per Bergoglio". Non è stata una provocazione, bensì la presa d’atto di un Vaticano che cambia sotto la guida del papa argentino.

Andiamo con ordine. Nel 2013, insieme ad altre forze sociali e politiche, l’Associazione Luca Coscioni e Radicali Italiani depositarono in Parlamento una legge popolare per la legalizzazione dell’eutanasia e il pieno riconoscimento del testamento biologico. Grazie a questa iniziativa siamo riusciti a far incardinare, per la prima volta nella storia repubblicana, la discussione sull’eutanasia e a far approvare dalla Camera dei Deputati la legge sul biotestamento comprendente tutti gli emendamenti da noi proposti.

Un mese prima dell’approvazione del testo, nel bel mezzo di una rissa parlamentare su un emendamento che riguardava la sedazione palliativa profonda – vista dai parlamentari “cattolici” come una forma non dichiarata di eutanasia -, il Vaticano pubblicò la "Nuova carta degli operatori sanitari". Nella carta voluta da Bergoglio vi era la conferma dell’"eticità della sedazione palliativa profonda nelle fasi prossime al momento della morte".

Approvata la legge a marzo, pochi mesi dopo fu la la rivista dell’istituto religioso da cui proviene Bergoglio – Aggiornamenti Sociali – a parlare aprendo al biotestamento: “Il progetto di legge promuove la consapevolezza della complessità delle questioni, afferma il principio del consenso ai trattamenti e il rifiuto di ogni irragionevole ostinazione terapeutica”.

Da qui arriviamo ad oggi e alla leva che le forze che si definiscono “cattoliche” fanno – con successo, data la sua arrendevolezza – sul Partito Democratico per avversare la legge. Risultato? Una nuova smentita a questi “cattolici” da parte di Bergoglio che oggi, convocando 130 esperti da tutto il mondo per discutere di fine vita, definisce "moralmente lecito rinunciare all’applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito ‘proporzionalità delle cure’".

Apertura totale? Aspettiamo la giornata di domani e il documento conclusivo della due giorni vaticana sul fine vita.

Matteo Mainardi

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